Entro il 12 febbraio scorso i Comuni dovevano attuare la riforma dello Sportello Unico per l'edilizia prevista dall'articolo 13 del Decreto Sviluppo (Dl 83/2012). In realtà in quasi la totalità dei Comuni gli Sportelli Unici sono operativi, ma solo in poche decine di essi sono in funzione le piattaforme informatiche utili per la raccolta della documentazione necessaria per rilasciare i permessi di costruire. Il che significa che la maggioranza degli Sportelli Unici rischia di andare in tilt nell'impossibilità di ottemperare agli obblighi che la riforma impone loro.
Oltre ad imporre che lo Sportello Unico diventi il solo “front office” per le pratiche edilizie (cosa che già avviene ampiamente), la riforma prevede infatti che sia lo Sportello a raccogliere tutti i pareri, nulla osta, atti tecnici, interni o da enti terzi (Vigili del fuoco, Asl, Genio civile, Regione, Sovrintendenze, ecc.), necessari per rilasciare i permessi. Ma il problema è che per fare tutto questo, la norma impone tempi stretti: 90 giorni al massimo (che diventano 120 nei Comuni con più di 100mila abitanti), dopo i quali scatta in automatico il silenzio-assenso (Dl 70/2011).
Ma sia le amministrazioni che i professionisti del settore edile sono concordi nel riconoscere che sarà ben difficile che gli Sportelli Unici riescano a far fronte al carico di lavoro in tempi così brevi, anche perché molto dipende anche dalla solerzia degli enti terzi. Inoltre, per le imprese avere il silenzio-assenso non è poi così vantaggioso, dal momento che le banche in assenza di un permesso a costruire “esplicito” ben difficilmente concedono i finanziamenti.
Amministratori e professionisti sono d'accordo nel pensare che l'unica via d'uscita sarebbe quella di dotare tutti gli Sportelli Unici di una piattaforma informatica on line per gestire l'invio dei progetti e la ricezione degli atti e pareri dagli enti terzi.
Come detto, però, sono solo poche decine i Comuni che si sono attrezzati con una piattaforma informatica. Le cause di questa “inerzia” sono più di una: lo scarso adeguamento informatico da parte degli enti terzi (che costringe gli operatori degli Sportelli a stampare ogni cosa e recapitarla a questi enti) e, soprattutto, una scarsa cultura informatica da parte sia degli enti locali che degli stessi professionisti, che ancora preferiscono rivolgersi di persona agli Sportelli Unici e instaurare un rapporto diretto con gli operatori.
(Sintesi redazionale,UnitelNews24, 20.02.2013)
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