Da Nord a Sud, senza distinzione politica, le città fanno quadrato. Ordini del giorno come quello di Bologna sono stati approvati anche a Genova, a Bologna, a Milano, a Napoli. E poi Torino, Roma, Firenze, Bari (leggi il comunicato diffuso il 14 dicembre), Reggio Emilia, Verona, Trieste, Rimini, Cremona, Ancona, Perugia, Pisa. E tante altre adesioni continuano ad arrivare. In sostanza i sindaci chiedono di attuare il “Piano Generale della Mobilità Ciclistica 2022-2024” approvato con Decreto Ministeriale il 23 agosto 2022 per raggiungere i target entro il 2024 di aumento del 20% della quota modale di spostamenti in bicicletta. E questo per non vanificare gli sforzi notevoli e i risultati che i Comuni stanno portando avanti grazie anche alle conquiste ottenute a livello normativo negli ultimi tre anni con i decreti Rilancio e Semplificazione.
“I dati raccolti a Bologna – aggiunge Orioli – dimostrano che allo sviluppo della rete ciclabile corrisponde un incremento nell’uso della bicicletta, con valori che superano il 60% negli ultimi 10 anni. Questa è una tendenza che va consolidata”.
Anche l’amministrazione di Genova prende posizione attraverso le parole dell’assessore alla Pianificazione e gestione della Mobilità, Matteo Campora. “Da quando abbiamo iniziato la nostra azione amministrativa – spiega – abbiamo puntato con grande convinzione sullo sviluppo di una mobilità alternativa all’utilizzo delle auto negli spostamenti urbani. In particolare, abbiamo disegnato una rete ciclabile grazie alla quale si possono raggiungere praticamente le zone principali della città. Lo abbiamo fatto utilizzando anche i finanziamenti governativi e quindi mi sembra naturale chiedere a nome dell’amministrazione di Genova. La nostra – aggiunge Campora – è una città morfologicamente complessa che non incentiva l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti. Nonostante ciò sempre più genovesi, anche grazie al coinvolgimento delle associazioni e della cittadinanza con apposite campagne, stanno scegliendo questa modalità di trasporto. Ciò significa che il ruolo delle istituzioni è, sotto questo profilo, cruciale per innescare processi virtuosi di cambiamento. Sono certo che il Governo farà tutto il possibile per accogliere la richiesta”.
La decisione passa ora al Parlamento, dove sono stati già presentati diversi emendamenti in merito, per non vanificare i risultati che il precedente Governo, ed in particolare il Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (che, forse, non a caso è tornato alla sua vecchia dicitura di Ministero delle Infrastrutture e Trasporti), hanno ottenuto negli scorsi anni e non renedere inefficaci i provvedimenti che lo stesso Ministero aveva adottato negli ultimi mesi.
Articolo di Raffaele Di Marcello - componente del Comitato di Redazione UNITEL e membro del Centro Studi e del Consiglio Nazionale FIAB - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta.
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