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Fondi per le infrastrutture ciclabili eliminati dal bilancio dello Stato 2023. La protesta dei Comuni.

Pubblicato il 16/12/2022
Fondi per le infrastrutture ciclabili eliminati dal bilancio dello Stato 2023. La protesta dei Comuni.

Le associazioni, ma anche le città, senza distinzioni politiche, fanno quadrato per chiedere a Governo e Parlamento l’immediato ripristino in legge di bilancio 2023 del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, definanziato dei  94 milioni di euro previsti per gli anni 2023 e 2024.

L'allarme era stato lanciato da alcune associazioni -  Clean Cities, Fiab, Kyoto Club, Legambiente, Greenpeace, Transport & Environment e Cittadini per l’aria - che dopo aver promosso una petizione, suffragata da un report, per aumentare gli stanziamenti per le piste ciclabili, si erano accorte che il Governo non solo non era intenzionato ad investire sulla ciclabilità, ma addirittura aveva tolto 94 milioni di euro destinati al cofinanziamento di percorsi per ciclisti da destinare ai Comuni. Fondi che, a dirla tutta, coprivano soli il 50% dei costi reali affrontati dalle amministrazione e, per questo, erano rimasti non assegnati, nonostante le richieste dell'ANCI di modifica della norma.
 
Ma, invece di risolvere la problematica del cofinanziamento, si è deciso di eliminare i (pochi) fondi disponibili per allocarli su altri capitoli di spesa, provocando la reazione non solo delle associazioni ma anche dei Comuni che, traminte l'ANCI, hanno emanato un comunicato stampa che sottolinea l'interesse delle amministrazioni affinchè il Governo centrale finanzi la realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenbile.
 
In un periodo storico in cui le città sono impegnate a sostenere scelte che vanno nella direzione della transizione ecologica, reintegrare l’investimento sulla ciclabilità è un atto necessario ed importante” ha dichiarato l’assessora alla Mobilità di Bologna, Valentina Orioli,  commentando gli ordini del giorno, o mozioni urgenti, che molti Comuni, grandi e piccoli, stanno approvando per chiedere a Governo e Parlamento l’immediato ripristino in legge di bilancio 2023 del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane. Il provvedimento, istituito dall’articolo 1, comma 47 della legge 160/2019, è stato infatti definanziato dei  94 milioni di euro previsti per gli anni 2023 e 2024.

Da Nord a Sud, senza distinzione politica, le città fanno quadrato. Ordini del giorno come quello di Bologna sono stati approvati anche a Genova, a Bologna, a Milano, a Napoli. E poi Torino, Roma, Firenze, Bari (leggi il comunicato diffuso il 14 dicembre), Reggio Emilia, Verona, Trieste, Rimini, Cremona, Ancona, Perugia, Pisa. E tante altre adesioni continuano ad arrivare. In sostanza i sindaci chiedono di attuare il “Piano Generale della Mobilità Ciclistica 2022-2024” approvato con Decreto Ministeriale il 23 agosto 2022 per raggiungere i target entro il 2024  di aumento del 20% della quota modale di spostamenti in bicicletta. E questo per non vanificare gli sforzi notevoli e i risultati che i Comuni stanno portando avanti grazie anche alle conquiste ottenute a livello normativo negli ultimi tre anni con i decreti Rilancio e Semplificazione.
I dati raccolti a Bologna  – aggiunge Orioli – dimostrano che allo sviluppo della rete ciclabile corrisponde un incremento nell’uso della bicicletta, con valori che superano il 60% negli ultimi 10 anni. Questa è una tendenza che va consolidata”.


Anche l’amministrazione di Genova prende posizione attraverso le parole dell’assessore alla Pianificazione e gestione della Mobilità, Matteo Campora. “Da quando abbiamo iniziato la nostra azione amministrativa – spiega – abbiamo puntato con grande convinzione sullo sviluppo di una mobilità alternativa all’utilizzo delle auto negli spostamenti urbani. In particolare, abbiamo disegnato una rete ciclabile grazie alla quale si possono raggiungere praticamente le zone principali della città. Lo abbiamo fatto utilizzando anche i finanziamenti governativi e quindi mi sembra naturale chiedere a nome dell’amministrazione di Genova. La nostra – aggiunge Campora – è una città morfologicamente complessa che non incentiva l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti. Nonostante ciò sempre più genovesi, anche grazie al coinvolgimento delle associazioni e della cittadinanza con apposite campagne, stanno scegliendo questa modalità di trasporto. Ciò significa che il ruolo delle istituzioni è, sotto questo profilo, cruciale per innescare processi virtuosi di cambiamento. Sono certo che il Governo farà tutto il possibile per accogliere la richiesta”.

La decisione passa ora al Parlamento, dove sono stati già presentati diversi emendamenti in merito, per non vanificare i risultati che il precedente Governo, ed in particolare il Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (che, forse, non a caso è tornato alla sua vecchia dicitura di Ministero delle Infrastrutture e Trasporti), hanno ottenuto negli scorsi anni e non renedere inefficaci i provvedimenti che lo stesso Ministero aveva adottato negli ultimi mesi.

 

Articolo di Raffaele Di Marcello - componente del Comitato di Redazione UNITEL e membro del Centro Studi e del Consiglio Nazionale FIAB - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta.


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