di Mauro Salerno
Assicurazione obbligatoria per gli esperti. Atto di segnalazione al Governo per modificare il codice
Presidenti delle commissioni di gara esterni alle stazioni appaltanti, anche negli appalti sottosoglia. Cantone conferma l'obiettivo di garantire al massimo la «terzietà» delle «giurie» incaricate di assegnare i contratti pubblici.
Per questo, nonostante il parere contrario del Consiglio di Stato,le linee guida sulla composizione delle commissioni giudicatrici, ora approvate in via definitiva dall’Anticorruzione, confermano la scelta che vincola le amministrazioni a nominare il presidente tra gli iscritti al futuro albo tenuto dall’Anac anche per gli interventi di valore inferiore alle soglie Ue (5,22 milioni), quando sono in ballo valutazioni discrezionali sulle offerte. Il che significa che l'obbligo di nominare un presidente "esterno" riguarderà perlomeno tutti gli appalti di valore superiore al milione di euro. Solo sotto questa soglia, infatti, sopravvive ancora la possibilità di utilizzare il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso, dove le commissioni non servono.
La conferma del "presidente esterno sottosoglia" - nonostante le obiezioni di Palazzo Spada (motivate con la mancata previsione di un simile paletto nel nuovo codice appalti) e le resistenze di Comuni e grandi enti appaltanti (preoccupati degli aggravi di spesa) - è forse la principale novità della versione definitiva delle linee guida chiamate a inaugurare uno dei pilastri della riforma degli appalti in vigore dal 19 aprile: la nascita dell’albo dei commissari presso l’Autorità guidata da Cantone.
Il sistema, pensato per spezzareil rischio di legami ambigui tra dipendenti delle Pa e imprese, mirati a inquinare le gare (come dimostrato da numerose inchieste della magistratura) non entrerà però in vigore da subito. L’altra grande novità della versione finale delle linee guida è infatti la definizione di un periodo transitorio - che potrà arrivare fino a nove mesi - durante il quale continueranno ad applicarsi le vecchie regole. Che permettono alle stazioni appaltanti di nominare le commissioni di gara pescando tra i propri dipendenti. Per far partire l’Albo Anac, servono infatti altri due provvedimenti. Il primo è un regolamento della stessa Autorità per disciplinare nel dettaglio le procedura di scelta degli esperti e i vari passaggi di tenuta e aggiornamento dell’elenco. Il secondo è un decreto delle Infrastrutture (di concerto con l’Economia) per stabilire la tariffe di iscrizione all’albo (gratuita per i dipendenti pubblici) e il compenso massimo per i commissari. Sul punto le linee guida precisano che il regolamento Anac verrà varato entro sei mesi e che nei tre mesi successivi si metterà fine al periodo transitorio.
Nel frattempo dovrebbe arrivare il decreto chiamato a correggere i difetti evidenziati nella prima fase si applicazione del codice. E Cantone -con un atto di segnalazione approvato il 16 novembre - coglie già ora l’occasione per chiedere al Governo di modificare alcuni passaggi relativi proprio alle commissioni di gara. In prima fila c’è il punto che ha generato le obiezioni del Consiglio di Stato. Qui la richiesta è di abbassare da 5,2 a un milione la soglia minima di appalto per la nomina di commissari esterni alle Pa, chiarendo che il presidente deve essere sempre nominato tramite albo Anac. L’altra richiesta riguarda la semplificazione delle procedure di nomina dei commissari, riportando anche la fase di sorteggio degli esperti in capo all’Anac.
Tornando alle linee guida, merita una segnalazione anche la precisazione dell’obbligo per i commissari di dotarsi di un’assicurazione per la copertura di eventuali danni procurati alla stazione appaltante, «anche in conseguenza di richieste risarcitorie di terzi». Un modo per tutelare le Pa da scelte sbagliate o illegittime effettuate dagli esperti esterni.
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