E' apparso nella Gazzetta Ufficiale del 28 gennaio scorso, ed entrerà in vigore il prossimo 12 febbraio, il Dlgs 250/2012 che apporta modifiche importanti a l Dlgs 155/2010 sul controllo per la tutela della qualità dell'aria ambiente. Le modifiche prevedono in particolar modo il coinvolgimento della Conferenza Unificata relativamente alla misurazione dell'aria ambiente, all'impiego degli strumenti necessari a questo scopo, nonché alla comunicazione dei risultati delle misurazioni all'Unione Europea.
L'assunto di base, comunque, rimane lo stesso, ossia, la competenza sui controlli e la rilevazione dei livelli di qualità dell'aria ambiente rimane alle Regioni e a lle Province autonome. Al riguardo, il Dlgs 250/2012 ha effetti impegnativi per Regioni e Province autonome, perché i dati che questi enti devono raccogliere riguardano sia le attività produttive e di servizio che le infrastrutture e i mezzi di trasporto. Questi dati, poi, dovranno essere trasmessi al ministero dell'Ambiente, all'Ispra e all'Enea entro il 31 dicembre 2012 (altrimenti il rischio è che non vengano erogati i finanziamenti specifici da parte del ministero dell'Ambiente).
Altra puntualizzazione importante apportata dal decreto legislativo è che le Regioni devono procedere alla zonizzazione dei propri territori, e questo sia per provvedere ad eventuali interventi urgenti, sia comunque per garantire l'uniformità tra Regioni delle azioni di valutazi one e di gestione della qualità dell'aria ambiente. Il punto dolente della questione, però, è che la maggior parte delle Regioni è in forte ritardo nell'adozione dei piani previsti dal Dlgs 155/2010 volti alla riduzione del rischio di superamento dei valor i limite e della soglia di allarme e al mantenimento dei valori obiettivo (forse anche perché i piani prevedono la sospensione totale delle attività che contribuiscono al superamento dei valori limite e delle soglie di allarme).
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