Nel momento di scriverVi queste righe dell’ultimo editoriale del 2015 che, per i motivi tecnici di stampa e spedizione, arriverà sulle Vostre scrivanie a nuovo anno iniziato, ho emotivamente variato la scaletta che avevo impostato.
Sono le delizie, o criticità, del mettere in ordine le carte, o il diavolo che ci mette la coda facendo venire fuori un pezzo di storia di Unitel, datato 1990, che alleghiamo alle fine di queste righe.
Dall’archivio morto della presidenza “esce” un vecchio numero della gloriosa rivista “L’Ufficio Tecnico”, a tutt’oggi ancora fortemente presente nel mercato editoriale ma che, nel 1990, era una delle poche fonti di informazione ed indirizzo a nostra disposizione nella penuria di mezzi e tecnologieinformative dell’epoca!
Per chi Vi scrive, per ragioni anagrafiche e di impegno associativo, un pezzo di vita vissuta e di storia della nostra professione ed anche, dal punto di vista tecnico, una interessante rivisitazione ex postdel modo e dei contenuti di comunicazione ad un quarto di secolo di distanza.
Oltre ai ricordi ed alla nostalgia, la prosa di quelle po che righe di presentazione della nascita di Unitel mi rendono evidenti le timidezze, la ricerca di identità, diciamo anche l’auspicio di legittimazione che oggi, dove possiamo vantare una storia ed un ruolo nella società civile, sembrano obiettivi superati, affermazioni pleonastiche, ma che forse è giusto talvolta ricordare, per capire da dove siamo partiti. Potere all’epoca vantare il supporto di alcuni avvocati e l’ospitalità (che ancora vantiamo) con Maggioli sembravano importanti punti qualificanti, esaustivi.
Oggi, e qualcuno dovrebbe sempre averlo presente, siamo nella condizione, nei nostri eventi e nelle altre attività statutarie, di poter filtrare, determinare, talvolta persino declinare, i contributi e la vicinanza di alti esponenti del mondo politico, legislativo, accademico, delle maggiori associazioni ed istituzioni nazionali! Una cosa, rispetto al “reperto” che Vi allego, rimane però per noi invariante e di guida, ed è “l’ascolto della voce degli iscritti” (anzi, dato che non siamo settari, anche dei Colleghi non iscritti...).
Infatti pur se siamo cresciuti in consapevolezza ed autorevolezza, per non perdere i principi etici che ci contraddistinguono sappiamo che vi è un limen invalicabile, ed è quello di essere sempre noi stessi, certo legati al la contemporaneità, forse più sofisticati, persino smaliziati, ma sempre positivamente identitari e coesi riguardo ai problemi, ai bisogni ed alla volontà di crescita professionale e sociali di tutti Noi, con lo stesso spirito del ’90! Dal prossimo numero riprenderemo ad analizzare l’anno che ci attende, per oggi permettetemi questi ricordi struggenti e la gioia di poter constatare che siamo sempre, nello spirito, ma anche nella energie, quelli di una volta.
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