Editoriale di Gianfilippo Lo Masto - Consigliere UNITEL
Questo era il dubbio posto dal grande giurista austriaco Hans Kelsen ai colleghi italiani ad inizio secolo.
Considerato che il fil rouge di questo 2014 è stato il tormentone corruzione, l’assorbimento della AVCP nell’Anac, scandali MOSE, Mondo di mezzo, il commissariamento dell’EXPO (almeno è preventivo; a “Roma Nuoto 2009” sono intervenuti a babbo morto…), pensavo di inventarmi interessanti commenti in merito.
Per mia e Vostra fortuna, languendo nella sala di attesa del mio odontoiatra, ed alternando letture di riviste di gossip e di “cose serie”, sono stato “fulminato” oltre che da immagini di fondoschiena stratosferici, da una intervista di Maurizio Tortorella pubblicata su Panorama al Procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio (metteremo sul sito la scansione dell’articolo).
Ritengo sia ampiamente bastevole selezionare senza alcun commento piccoli stralci del pensiero di Nordio che stimo interessantissimi, sui quali potrete fare le valutazioni che la Vostra esperienza professionale guida con competenza.
Temi dell’intervistatore – risposte di Nordio: pene più severe: … “… le pene andrebbero abbassate, non aumentate, purché rese più serie, cioè effettivamente applicate”, “...tutti sanno che l’effetto intimidatorio della pena è zero, più leggi si fanno meno vengono prese sul serio”; controlli: ... “… se le norme sono chiare le verità sono facili, in questo guazzabuglio normativo si moltiplicano gli organi di vigilanza e le occasioni di corruzione”;… “...se devi bussare a 100 porte, oliarne qualcuna diventa inevitabile, la burocrazia è fonte di corruttela”… cosa deve fare la politica per contrastare i corrotti: … “… semplificare le procedure, individuare meglio le competenze, eliminare le norme inutili e bizantine e sostituirle con regole comprensibili e trasparenti”; la prescrizione dei reati è troppo veloce: … “… il rimedio non è l’aumento dei termini: è lo snellimento delle procedure e la deflazione del contenzioso, con molte depenalizzazioni e con l’abrogazione dell’obbligatorietà dell’azione penale”; La Stampa: “… spesso i giornalisti, ossessionati dallo scoop, scrivono senza verificare.
È stato un errore molto grave: l’interessato avrebbe diritto alle scuse e a un risarcimento quantomeno morale”. Mi pare ogni commento sia superfluo, e mi auguro che Cantone abbia incorniciato ed affisso l’articolo sopra la sua prestigiosa scrivania. Buon 2015.
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