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Il nuovo giornale dell'Unitel - N. 1/2013

Pubblicato il 11/02/2013

Stiamo attenti alle parole in libertà.

EDITORIALE di Bernardino Primiani

L’articolo su Edilizia e Territorio dello scorso 12 dicembre di Enrica De Paulis, per quanto ipertestuale e che sotto riportiamo, non può che stimolarci ad alcune considerazioni e a una precisazione.

Penso che la Collega sfondi una porta sostanzialmente apertissima riguardo alla farraginosità e ipertrofia della normativa propria dell’ambito della edilizia.

Non a caso Unitel ha spesso utilizzato il termine “turbo legislazione” intendendo, ahinoi, l’aggettivo non in relazione alla efficacia rispetto al procedimento ma per sottolineare la quantità, l’affastellamento e, spesso, l’illogicità del dettato del Legislatore.

Evitiamo, per carità di Patria, di commentare la diversità della disciplina nelle diverse regioni, in un periodo nel quale la cronaca, spesso giudiziaria, ci mostra quale sia il portato e la qualità di un certo tipo di autonomismo. Rispetto poi alla complicazione specifica della lettura della norma, su cui concordiamo, ci pare di essere in buona compagnia: avete mai provato a esaminare le norme sul lavoro, quelle fiscali od amministrative? Il quadro è parimenti oscuro, pur se configurato in forma ampollosa!

Quel che invece ci sembra debba essere chiarito dell’articolo del quale trattiamo è che, se come abbiamo detto concordiamo sulle premesse, non appare corretto che a fronte delle difficoltà per utenti, professionisti e divulgatori, il tecnico pubblico debba essere onnisciente, adeguato in ogni situazione, risolutore sulla propria pelle dei “buchi” interpretativi che ogni periodo di qualsivoglia provvedimento reca in se.

Come in tutte le professioni vi sono soggetti più motivati ed altri portati a stabilizzarsi su un livello qualitativo non adeguato, come chi è più sensibile alla qualità architettonica rispetto a colui che vede in un progetto solo una serie di procedimenti; in ogni caso mi sembra ingeneroso incolpare il tecnico comunale di dequalificare il territorio!

Ciò che spesso i Colleghi libero-professionisti non tengono ben presente e che, a monte di “interpretazioni restrittive” vi sia un mondo di denunce, avvisi di garanzia, imputazioni rispetto al quale il tecnico della p.a. è assolutamente solo e, sostanzialmente, disarmato: quasi sempre alla pubblica accusa non interessa la “mole infinita di Leggi”, ma unicamente la enucleazione di un singolo errore totalmente decontestualizzato da quello che riguarda il carico di lavoro, l’organizzazione dell’ente, la penuria di collaboratori, ecc.

Siamo i primi ad essere favorevoli alla semplificazione e alla certezza dei tempi e dei costi di un investimento per il cittadino, lo diciamo da anni, nei nostri congressi ci interfacciamo per questo con tutti i protagonisti del sistema ma, certo, se l’analisi esterna è quella che stiamo commentando, il lavoro appare assai arduo.

Il testo dell’articolo di Enrica De Paulis “Semplificazione: Per lavorare in tutto il Paese è necessario studiare una mole infinita di leggi regionali e regolamenti comunali” La farraginosità del quadro normativo di settore Nonostante gli sforzi fatti per l’elaborazione del testo unico per l’edilizia, del testo unico per l’ambiente, di quello sugli appalti pubblici ecc., sono emerse negli ultimi anni una tale quantità di modifiche, apportate da leggi diverse, che rendono complicatissima la lettura delle norme vigenti.

La diversità della disciplina di intervento edilizio per ogni Regione e ogni Comune Ogni Regione ha la sue leggi urbanistiche ed edilizie, con diverse definizioni dei piani, e dei parametri urbanistici ed edilizi, nonché differenti modalità procedurale; ogni Comune ha poi un suo piano e regolamento edilizio, con discipline ulteriormente articolate. I professionisti che operano in più comuni e regioni sono pertanto costretti a studiarsi una mole infinita di leggi regionali e di regolamenti comunali.

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