Nel contesto attuale, caratterizzato da crescenti critiche verso il settore pubblico e dalla diffusa percezione di disamore nei confronti dei posti di lavoro presso gli Enti locali, uno spot pubblicitario dal titolo "Posto Fisso - Posto Figo" ha suscitato notevole attenzione.
Tuttavia, l'approccio ironico e scanzonato di questa campagna
pubblicitaria sembra distanziarsi notevolmente dalla realtà dei lavoratori del settore pubblico.
Lo spot, dall'umorismo tagliente, sembra giocare sull'idea che lavorare nel settore pubblico sia sinonimo di comodità e di un "posto fisso" garantito senza eccessivi sforzi.
La frase "Posto Fisso - Posto Figo" sembra trasmettere l';idea che lavorare per gli Enti locali sia un'opzione allettante e senza preoccupazioni. Tuttavia, questa rappresentazione contrasta fortemente con la realtà di molte persone che dedicano la propria vita professionale al servizio pubblico.
In Italia, i dipendenti pubblici spesso si trovano a dover affrontare una serie di sfide uniche, tra cui una burocrazia spesso eccessiva, risorse limitate e una percezione negativa da parte dell'opinione pubblica.
Le condizioni di lavoro e i salari nei settori pubblici, pur con alcune eccezioni, non sempre rispecchiano il quadro idilliaco dipinto nello spot.
L'ironia dello spot diventa ancora più evidente quando si analizzano le disuguaglianze economiche tra il settore pubblico e privato.
Molti lavoratori pubblici, nonostante il loro impegno e la loro dedizione, spesso ricevono salari inferiori rispetto ai loro omologhi nel settore privato con competenze simili. La campagna pubblicitaria sembra trascurare questa disparità, fornendo un ritratto distorto della realtà economica.
Questo spot solleva anche il dibattito più ampio sull'efficienza del settore pubblico.
Mentre è importante promuovere l'apprezzamento per il lavoro dei dipendenti pubblici, un'immagine distorta della realtà può contribuire a consolidare pregiudizi e incomprensioni.
Il tutto nasce dall’illogica considerazione ed osservazione che l’intero impianto strutturale pubblico non riesca a “produrre” e/o “raggiungere gli obiettivi” solo ed esclusivamente per la mancanza di risorse umane e quindi invogliare le persone ad inserirsi nel sistema pubblico.
Non è così.
Gli addetti ai lavori percepiscono delle problematiche che sono ben distanti dallo spot pubblicitario. La struttura e’ deficitaria nel suo complesso: risorse, formazione, attrezzature, ambienti, elasticità oraria, remunerazione, professionalità, ….. il tutto
coordinato con un’organizzazione precaria della macchina pubblica.
Ogni postazione all’interno di questa struttura riveste un meccanismo complementare agli altri e di conseguenza con responsabilità ben distinte e specifiche. Il solo capitale umano non basta a sopperire la molteplicità delle pratiche e degli adempimenti burocratici.
A ciò và aggiunto che le aspettative professionali ed economiche non sono equiparate all’abnorme lavoro amministrativo e tecnico che viene espletato da un lavoratore pubblico e soprattutto all’aspetto più rilevante che è quello delle responsabilità che pesano su di esso; ovviamente facendo le giuste distinzioni in
merito ai compiti, alle mansioni ed alle posizioni di ruolo.
In conclusione, "Posto Fisso - Posto Figo" è sicuramente un'opera creativa che suscita risate, ma è importante considerare il contesto più ampio e riflettere sulla necessità di un dialogo aperto e onesto sulla realtà del lavoro nel settore pubblico.
La rappresentazione idealizzata potrebbe non solo alimentare incomprensioni, ma anche minare gli sforzi per migliorare le condizioni lavorative e la percezione pubblica dei lavoratori pubblici.
Piero FANTILLI
Consigliere UNITEL
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